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Apprendimento e raggiungimento degli obiettivi: 3 tecniche da imparare dai bambini

Io ho una figlia di 10 mesi e oltre a divertirmi tantissimo quando sto con lei, sto imparando molte cose dall’osservarla crescere.
Chi più dei bambini sono i più grandi apprendisti ?

 

Queste sono le 3 tecniche che imparato dai bambini e che mi aiutano nell’apprendimento e nel raggiungimento dei  miei obiettivi.

1) Provare

I bambini non stanno a lungo a pensarci sù su cosa sia giusto, su cosa funzioni, su quali siano le conseguenze, loro semplicemente provano, magari con cautela, ma provano !

I bambini neonati esplorano il mondo attraverso la bocca, nel senso che vogliono mordere e assaggiare qualsiasi cosa gli capiti tra le mani. Quando avvicino alla bocca di mia figlia un pezzo di frutta o qualcosa altro, lei non si chiede se sarà buono (nè tanto meno lo chiede a me, visto che ha appena 10 mesi e non sa ancora parlare 🙂 ) , ma semplicemente si avvicina con la bocca lentissimamente al pezzo e poi lo morde delicatamente. Il più delle volte la reazione è una faccia buffissima, perchè il gusto è nuovo, a volte scoppia in un sorriso raggiante, altre volte fa una smorfia e scuote la testa, come per scacciare il gusto cattivo.

Il risultato è che lei prova, e ciò che le piace continua a mangiarlo. Io invece, durante la mia adolescenza, avevo delle “turbe alimentari” (come le chiamo io ora). Cioè mi ero fissato, a priori senza averli assaggiati, che alcuni cibi non mi piacessero. Oltre tutto convivevano in me alcune contraddizioni assurde, come per esempio il fatto che non mangiassi la pasta con il pomodoro (poichè mi ero fissato che non mi piacessero sia il pomodoro crudo, che cotto), salvo poi divorare la pasta al ragù !

Un altro esempio è il fatto che non volessi mangiare alcun formaggio al di fuori del grana, salvo poi divorare la pizza, nonostante tra i suoi ingredienti principali ci siano la mozzarella e la polpa di pomodoro !
Un altro cibo bandito dalla mia mente era il pesce, ma durante le vacanze estive tra la seconda e la terza classe superiore ho lavorato su una barca a vela (ho un passato da velista regatante) come marinaio per una anziana coppia di signori durante la loro crociera estiva nell’allora Jugoslavia. Era da tre giorni che parlavano di questa isoletta, su cui volevano fare tappa perchè vi si mangia divinamente il pesce !

E io come facevo a dirgli che non volevo mangiare pesce ???

Per la prima volta nella mia vita, spinto anche dalla vergogna di rivelare le mie “turbe”, ho affrontato la faccenda con razionalità: mi sono detto che dovevo almeno assaggiare, quale migliore occasione che provare in un posto dove viene cucinato il pesce appena pescato ?

Sai come è andata a finire ? Che il pesce mi è piaciuto e che lo mangio pure volentieri, non lo mangerei tutti i giorni, ma ora quando andiamo a fare una bella mangiata di pesce, me la gusto veramente.

Questo episodio è stato per me l’inizio della trasformazione, un mattone che è stato tolto alla base del muro e che poi ha fatto crollare tutto il muro stesso: ho iniziato così pian piano ad assaggiare tutti quegli alimenti che mi ero convinto che non mi piacessero. Ho scoperto così che l’insalata, i pomodori crudi, ma soprattutto la mozzarella sono buonissimi. E io che mi sono precluso per anni questi piaceri semplicemente perchè non ho provato…

Alla fine non è che tutto quello che non volevo mangiare ora mi piaccia, ma almeno so avendo provato (e non perchè me lo sono immaginato) che il gusto di alcuni alimenti non mi piacciono.

Quale è quella cosa su cui stai riflettendo da un pò di tempo se farla o non farla ? Smettila di pensarci sù e inizia a farla ora !

2) Imitare

Uno dei modi più efficaci per ottenere risultati, è osservare ciò che fa colui che ottiene già i risultati che noi vorremmo raggiungere.

Hai mai notato che i bambini imitano (o meglio “modellano“) in continuazione i bambini più grandi oppure gli adulti ?
Tale principio si può applicare anche alla rovescia: osserva cioè chi si sta sforzando ad ottenere determinati risultati, non riuscendo ad ottenere successo; così, analizzando i suoi comportamenti e non copiando le sue azioni inefficaci, eviterai gli stessi errori.

Scegli un obiettivo che attualmente ti sta a cuore e trova 3 persone che hanno avuto successo nel raggiungimento di tale obiettivo e studiale, parlaci, interrogale e imitale !

3) Provare, provare, provare e riprovare

Le persone di successo non si fermano mai davanti ad una difficoltà, un errore o incidente di percorso, ma cercano di imparare dall’errore e riprovano immediatamente.

Mia figlia sta cercando di imparare a gattonare, ma ancora non ci riesce: spinge con le gambe, ma non ha forza nelle braccia per alzare quel testone pesante che ha ereditato da papà e ottiene soltanto il buffissimo effetto di spingere il sedere in aria e di grattare con la fronte sul pavimento. Ciò nonostante, lei continua a provare imperterrita, più testarda di un mulo tedesco (sì, perchè i tedeschi sono ancora più testardi 🙂 ). A volte si arrabbia e si mette ad urlare e cerca di mordere la prima cosa che le capita a tiro (compresi la mano e il naso del papà), ma subito dopo ricomincia con il prossimo tentativo.

Se ci pensi bene, probabilmente nemmeno a te è mai giunta voce che un bambino avesse detto a sua mamma: “Scusa, ma non ce la faccio proprio ad imparare a camminare, ora smetto di provare !“. Chi prima, chi dopo e non dopo 2 o 3, ma dopo centinaia di tentativi ha imparato a camminare ed è stato un risultato che gli ha cambiato per sempre la vita.

Perchè allora noi, a volte con alcuni obiettivi (che anche loro potrebbero cambiarci la vita), rinunciamo alle prime difficoltà ?

4 Commenti

  1. Riguardo ad imparare dai bambini… Chiunque ha chiesto un giocattolo ai propri genitori, quando era piccolo. Qual’è stata la “manovra” adottata? 1° chiedere. “Papà mi compri la bicicletta?” Il papà risponde (dipende dal periodo dell’anno in cui è fatta la richiesta): “A natale o se sei promosso a scuola l’avrai”. 2° la fantasia vola. Nel periodo che intercorre tra la richiesta e la ricezione del regalo, il marmocchio si gode con la fantasia e senza inibizioni di sorta, il suo futuro regalo. Passa le giornate a sognare giri e giri in bicicletta, col sole, con la pioggia, con la neve, il colore della due ruote, il tipo di gomme (da sterrato o da strada, slik o rain). Nella sua fantasia egli ha già la bicicletta e non va dal padre ogni 15 – 20 giorni a chiedergli: “papà ti ricordi di comprarmi la biciletta?”. Per il marmocchio è una cosa sicura, assodata di avere la bicicletta. E’ egoista, fino alla vergogna (se vergogna può provare un fanciullo…). La bicicletta è sua e così dev’essere. 3° ricevere. E’ arrivato natale o la fine della scuola e, al marmocchio in esempio, gli ormoni sono a mille (per noi adulti andrebbere a mille per altre cose…). Si sveglia la fatidica mattina e: o la trova sotto l’albero di natale, al che non si toglie neanche il pigiama che già gira per casa come un elefante in una cristalleria, oppure finita la scuola, è già in cortile a far morire d’invidia i propri coetanei, mostrando l’ultimo modello di fuoristrada rally a 7 marce, che solo in formula1 si usano.
    Ecco come funziona la legge d’attrazione. Ecco come prendere esempio dai bambini. Vi voglio citare, in ultimo una frase di un personaggio storico molto, ma molto famoso. Che gli si possa credere sulla base della propria fede, non è questo il luogo di discussione. GESU’. Egli disse: “…e tutto quello che chiedete pregando, abbiate fede di averlo effettivamente ricevuto, e lo avrete…” e se lo dice lui…. potete crederci!!! Parafrasando la Sua frase, io ne ho adottata un’altra: “TUTTO QUELLO CHE VUOI CHE ACCADA, CREDI CHE SIA REALMENTE ACCADUTO, E ACCADRA’.” P.S. la frase di Gesù è scritta in ogni Vangelo che trovate in qualunque libreria, in Vaticano, in chiesa, in casa mia…

  2. Ciao, volevo farti i miei complimenti per questo articolo e per il blog in generale. Trovo davvero interessanti ed efficaci questi metodi di apprendimento in quanto noi “adulti” abbiamo tanti preconcetti e schemi mentali che si sono creati con il tempo e le esperienze negative.
    Grazie ancora,
    Aurel Palmaccio

  3. Da ex ostinato e testardo avrei qualche precisazione da fare. I bambini, con tutti gli esempi, ottimi per carità, che sono stati tirati fuori, anche nei commenti, hanno bisogno di determinate caratteristiche e “necessità” per crescere. Diciamo che in loro vi è l’istinto a prevaricare: ed è giusto che sia così, altrimenti non potrebbero svilupparsi in maniera “naturale”.

    Quando si comincia a crescere cominciano i problemi. Cominciano poiché ci si trova di fronte a differenti “scopi”. Da uno scopo di crescita diciamo fisiologico, si comincia a passare ad una crescita consapevole ed evolutiva, in termini dunque differenti rispetto allo standard di quando si era bambini.

    Comincia allora il tempo delle scelte. Non delle necessità. Un bambino ostinato nel suo volere il gioco, può trasformarsi in un adulto ostinato nel raggiungere un suo obiettivo: il chè può anche essere un atteggiamento costruttivo, ma se quell’obiettivo non è realmente un buon obiettivo, cosa può succedere?

    Può succedere che ci troveremo di fronte a persone che continuano a perseguire i propri capricci scambiando la loro tenacia per “giusta” determinazione. Con tutte le conseguenze negative del caso.

    Io penso che spesso si sopravvalutano determinate caratteristiche ipersemplificando tutto il percorso a monte. Cerco di spiegarmi meglio. L’esperienza mi ha insegnato che più importante della determinazione è essere consapevoli di ciò che si vuole e di ciò che è meglio per se stessi. E’ assolutamente inutile, anzi dannoso, incaponirsi su determinati percorsi quando quei percorsi non sono quelli adatti a noi. Mi sono amaramente reso conto che nella vita non sempre quello che maggiormente si desidera è quello che è meglio per noi. E spesso ce se ne rende conto dopo aver speso una mezza esistenza nell’inseguimento di un qualcosa che una volta raggiunto non è per nulla come ci si immaginava, anzi spesso ci fa soffrire ancora di più perché può togliere spazio ed energia a quello che invece è veramente importante per noi (con il rischio nel frattempo di averlo perso definitivamente).

    Come sempre le cose perché abbiano un senso compiuto devono essere equilibrate, per cui va bene la determinazione e la tenacia, ma allo stesso modo è importante essere flessibili ed attenti ai segnali che riceviamo dall’ambiente esterno.

    Se continuiamo a trovare degli ostacoli lungo il cammino che PENSIAMO sia giusto per noi, proviamo a chiederci ONESTAMENTE se è realmente quello che vogliamo e che ci farà EFFETTIVAMENTE essere felici. Spesso avere il coraggio di ammettere di esserci sbagliati, per quanto doloroso, ci può preservare dal perdere un sacco di tempo e di energie in direzione di un qualcosa di inutile, o peggio, di dannoso.

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