Strategie   Vincenti

Come eccellere in qualsiasi abilità

Se sei interessato ad apprendere una qualsiasi nuova abilità (per esempio uno sport, parlare una lingua straniera, etc) non cercare qualcuno che semplicemente è bravo a FARE quella cosa, cerca qualcuno che ha un METODO per replicare tale performance.

Ido Portal è una di queste persone e, per me, ne è valsa la pena andare fino in Finlandia per studiare con lui. Uno dei cardini del suo metodo, sono ciò che lui chiama le 3 “I” dell’eccellenza. Ido applica questo metodo all’apprendimento e perfezionamento di nuovi schemi motori, ma dalla mia esperienza personale ho notato che questo metodo si può applicare a qualsiasi abilità (non solo ai movimenti).

Isolamento-Integrazione-Improvvisazione

1) ISOLAMENTO

Il primo passo consiste nel focalizzarti su un singolo “atomo di movimento”, così lo chiama Ido, io preferisco chiamarlo un mattoncino. Poni tutta la tua concentrazione a capire ed ad acquisire questo pezzo di movimento o pezzo di abilità. In questa fase parti nella condizione che non riesci ad eseguire il tuo mattoncino senza porre tutta la tua attenzione su di essa.
Facciamo l’esempio di una delle mie più recenti passioni: l’hockey su ghiaccio 🙂
Ho iniziato da zero l’inverno scorso, quando parlo da zero, intendo che sapevo a mala pena fare il giro della pista sui pattini senza cadere.
La mia fase di isolamento consisteva per ore imparare a pattinare all’indietro: all’inizio erano solo “limoni” (viene chiamato così il movimento di apri-chiudi delle gambe), poi ho iniziato con il movimento dell’anca, infine ho iniziato con il passo incrociato all’indietro.

Ognuno di questi movimenti l’ho provato e riprovato singolarmente cadendo un sacco di volte e ripetendolo fino alla noia.

Quando ho imparato il “mohawk”, che è quel movimento che serve per girarti per passando dalla pattinata in avanti alla pattinata all’indietro (o viceversa), sono passato alla seconda fase.

2) INTEGRAZIONE

Quando hai la padronanza di almeno 2 singoli mattoncini e riesci a performarli quasi automaticamente (cioè non hai più bisogno di pensare ad ogni singola fase per performarla) puoi iniziare ad integrarli: nel mio caso è stato pattinare in avanti incrociando, girarmi e continuare a pattinare all’indietro incrociando.

3) IMPROVVISAZIONE

Quando non hai più bisogno della tua totale attenzione per integrare 2 o più movimenti, sei pronto per la fase di improvvisazione: cioè praticare in modo casuale. L’improvvisazione è la forma più nobile della pratica, quella che ti porta alla padronanza più elevata, all’eccelllenza.

Nel mio esempio del hockey è giocare con stecca e disco: ti assicuro che muoverti sul ghiaccio con una stecca in mano e cambiare continuamente direzione a seconda del disco o degli improvvisi movimenti dei giocatori è tutta un’altra cosa. 🙂
Non a caso adoro giocare sul ghiaccio con mia figlia e le sue amiche a “torello” (io devo intercettare la pallina da tennis che loro si passano) oppure a prendersi con il “guanto velenoso” (nessuno può uscire dal cerchio rosso e chi è “sotto” deve colpire uno degli altri giocatori lanciando il guanto velenoso, chi viene colpito, è “sotto” a sua volta).

Come imparare una lingua ?

Facciamo ora un altro esempio: imparare l’inglese o una qualsiasi altra lingua straniera (ti ricordi vero quanto è grande il potere delle lingue ?).

Imparare dei vocaboli e dei verbi a memoria (magari con l’aiuto delle flash cards autocostruite), corrisponde alla fase di isolamento.

Mettere insieme i vocaboli e i verbi per formare delle frasi preconfezionate, corrisponde alla fase di integrazione.

Iniziare ad utilizzare queste frasi con qualcuno, anche se è un’interazione brevissima e semplice come chiedere le indicazioni per il bagno, è la fase di improvvisazione.

Riassumendo

Il metodo delle 3 I dell’eccellenza consiste nello spezzettare l’abilità in cui vogliamo eccellere, in tanti piccoli mattoncini, per poi allenarci prima sui singoli mattoncini, per poi mettere in sequenza questi mattoncini ed infine combinarli a nostro piacimento, seguendo il nostro flusso e creatività.

La cosa bella di questo metodo è che è adatto a qualsiasi livello di abilità tu sia arrivato, lo puoi applicare in continuo in modo iterativo, partendo ogni volta da un nuovo livello di abilità.

Concludo l’articolo con un omaggio proprio ad Ido Portal, lasciandoci spiegare il suo metodo nel “suo linguaggio”: il movimento.

Hai notato come Ido nel video prima provi (ripetutamente) i singoli movimenti, poi li metta in sequenza ed infine improvvisi ?

Se sei interessato ad altri videos di Ido Portal, nel suo canale Youtube avrai l’imbarazzo della scelta 🙂

Per affinare quale abilità, applicherai questo metodo ?

Condividilo nei commenti (e se hai domande, chiedi pure).

11 Commenti

  1. Ottimo metodo…In fin dei conti, tutto quello che abbiamo imparato (camminare, guidare la macchina, parlare ecc…) lo abbiamo fatto piu’ o meno rispettando le tre fasi. Ora si tratta solo di farlo in modo consapevole 😉

    • Esatto Danilo: nessun bisogno di reinventare la ruota o complicarci la vita.

      Soltanto un buon “chunking up”, cioè spezzettare in piccole parti (o “atomi” nel linguaggo di Ido, “mattoni” nel mio) e la cara vecchia perserveranza 🙂

  2. Chi ha giocato a calcio lo sa: bisogna sempre partire dai fondamentali.

    Controllo, tocco di palla, tiro, colpo di testa, stop, etc. Ore ed ore in solitario per affinare la “tecnica”.

    Poi torello, tennis calcio, etc. Ed infine la partita.

    E nel mezzo l’allenamento fisico. Il mix perfetto.

    • Anche se io ad essere sincero aggiungerei un’altra I, ovvero Intelligenza, per eccellere realmente.

      Per intelligenza intendo tutta una serie di fattori di tipo psicologico che fanno sì che tutto il mio bagaglio così “costruito” mi sia di una qualche reale utilità per emergere dalla massa.

      Io, per fare un esempio concreto, sempre riferito al calcio, avevo un’ottima “tecnica” (mi avevano soprannominato “il brasiliano” in squadra) però a livello caratteriale ero una pippa (parliamo di ricordi legati a categorie come quella degli esordienti, dai 12 ai 15 anni circa).

      Appena qualcuno mi marcava in modo duro io sparivo. Mi impaurivo ed allora tutta quella “tecnica” così pazientemente costruita non serviva più a nulla. Essendo un emotivo, sentivo sia la pressione della gara (in allenamento rendevo molto di più) che l’eccessiva aggressività degli avversari. Solo dopo molti anni, ma ormai nel frattempo avevo quasi del tutto abbandonato l’attività agonistica, il mio carattere mi consentiva di reggere meglio lo stress competitivo.

      Ecco, l’intelligenza che intendo, è un mix di fattori psicologici che consentono di far emergere nel migliore dei modi ciò che si è costruito con il proprio costante allenamento in maniera da farci rendere al meglio anche in contesti “competitivi”.

      • Attenzione Pier Paolo a non confondere dei REQUISITI (cioè delle abilità) necessarie per eccellere, con il METODO per raggiungere l’eccellenza, perchè altrimenti se mettiamo dentro i requisiti, io metterei dentro anche la “P” della perserveranza (e tante altre cose…).

        Si può infatti applicare proprio il metodo dell’Isolamento -> Integrazione -> Improvvisazione per sviluppare questi requisiti/abilità.

        Come hai sviluppato negli anni “il tuo carattere che ti i consentiva di reggere meglio lo stress competitivo”, che invece all’età di 12-15 anni ti faceva subire la “pressione della gara e l’aggressività degli avversari” ?

        E’ probabile che tale tua Intelligenza Emotiva tu l’abbia sviluppata a piccoli passi prima su piccole cose o singole situazioni, poi l’abbia integrata in diversi ambiti ed ora faccia parte del tuo essere e la applichi senza pensarci più.

        Teniamo presente che il metodo presentato nell’articolo è UN modello, NON è l’unico, nè una legge universale 😉
        Mettetelo nella vostra “cassetta degli strumenti” ed usatelo quando vi sembra il più utile.
        Inoltre ricordiamoci sempre di una delle più importanti delle abilità per migliorarci in continuazione: la flessibilità mentale.

        • E’ vero hai ragione. Giusta osservazione. Diciamo che mi ero lasciato traviare da quel “Come eccellere”, perché per eccellere un “requisito” essenziale è una certa predisposizione mentale, oltre all’abilità in sé, perché se alla competenza “tecnica” non abbini un’adeguata motivazione sei SEMPRE a metà dell’opera.

          E comunque, giusto per ribadire che il metodo proposto è funzionale, la mia Intelligenza emotiva effettivamente l’ho migliorata (fino a dove mi è stato possibile, perché il carattere fondamentalmente rimane quello che è) seguendo appunto un approccio graduale lavorando prima su aspetti specifici (i fondamenti) e poi integrando il tutto nelle esperienze che man mano facevo.

          Certo è che a 15 anni non puoi avere determinate consapevolezze, chi è dotato di quelle caratteristiche a quell’età (che io mi sono costruito con il tempo) è perché esse fanno naturalmente parte del proprio DNA, e saranno questi “fortunati”, proprio SOPRATTUTTO grazie a quella forza caratteriale che possiedono, quelli che poi eccelleranno nella loro professione.

  3. Ogni tanto leggo su alcuni blog di crescita personale (su uno di questi molto “conosciuto” sono stato bannato per aver osato contraddire il guru) certi articoli che farebbero impallidire anche il mitico Favio Bolo https://www.facebook.com/FavioBolo?fref=ts

    Non so se l’eccellenza preveda anche l’autoironia, di sicuro, almeno ai miei occhi, la favorisce e la incrementa.

    Caro Alex, tu mi sembri uno che non si prende così tanto sul serio, per quel che può servire il mio “consiglio”, continua così.

    Agli altri lasciamo le loro convinzioni, il percorso per me deve essere “leggero” e divertente. 😉

    • Ciao Pier Paolo,

      Caro Alex, tu mi sembri uno che non si prende così tanto sul serio, per quel che può servire il mio “consiglio”, continua così.

      ho notato su me stesso che quando qualcosa nel comportamenti di altri mi fa incazzare, in realtà è qualcosa di me che non accetto. Poi ho notato che la stessa cosa succede con le cose che mi piacciono negli altri: in pratica quando noto qualcosa che mi “piace” in qualcun altro, molto spesso è perchè rispecchia un valore che per me è importante.

      Evidentemente essere leggero e divertente è un valore importante per te, Pier Paolo.

      ciao & buona giornata
      Alexander

      • Ho già avuto modo di riflettere sul così detto effetto “specchio” e ad essere sincero non ho ancora un’idea precisa riguardo la sua effettiva veridicità: alcune volte mi sembra centrato, altre per niente.

        Di sicuro la leggerezza ed il divertimento sono due aspetti che cerco di perseguire con tutte le mie forze, questi assieme all’autoironia sono per me strumenti indispensabili per poter vivere al meglio la propria vita.

        Ciao e buona giornata anche a te Alex. 😉

Commenti

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