Strategie   Vincenti

I 4 + 1 peggiori errori di chi cerca lavoro (e come evitarli)

Cercare lavoro è come vendere aspirapolvere porta a porta.

cercare lavoro

Vai da qualcuno, interrompendo la sua giornata, per vendergli qualcosa. L’aspirapolvere, o il tuo tempo e le tue competenze, poco cambia: lui non vuole comprare, ha altre cose per la testa.

Ogni volta che vai da un potenziale datore di lavoro, sei in questa situazione con un problema in più: ci sono centinaia di altre persone che stanno cercando lavoro come te, in quel momento e nella tua zona.

Non mi stupisco che la disoccupazione sia una drammatica realtà per molti italiani. Non è facile vincere il gioco dell’assunzione. Sono stato da tutte e due le parti del processo d’assunzione: ho cambiato 4 datori, perciò so quanto sia difficile riuscire ad attirare l’attenzione del potenziale datore di lavoro su di sè e quanto sia ancora più difficile battere la concorrenza ed ottenere il posto di lavoro. Ma negli ultimi 6 anni sono stato molte volte dal “lato datore di lavoro“, in quanto sono un manager in una ditta metalmeccanica ed ho la responsabilità di un intero reparto e guido 100 persone. Ogni anno devo scegliere persone nuove e ti assicuro che ne ho viste di tutti i colori e dover scegliere una persona mediante un curriculum ed un breve colloquio conoscitivo, per come le persone si presentano, è spesso un compito molto difficile e frustrante.

Chi si candida per un lavoro, deve capire che per il datore è una perdita di tempo e che lui ha paura di assumere la persona sbagliata.

Ho deciso quindi di descrivere i 4+1 errori più comuni che ho visto commettere, e ti spiego anche in dettaglio come evitarli. Segui questi consigli per posare le fondamenta non solo di un lavoro, ma di una carriera brillante.

1 – Pensano che riguardi loro

Quando cerchi un lavoro, pensi che riguardi te: chi sei, quello che sai fare, quello che scrivi nel CV, i tuoi problemi e sogni, la tua esperienza.

Sbagliato.

Se pensi che il processo di assunzione riguardi te, non verrai assunto perché approccerai il datore nel modo peggiore.

Il protagonista di ogni processo di assunzione è il datore. Quindi:

  • Il tuo curriculum deve parlare del datore.
  • Il tuo colloquio deve focalizzarsi sul datore.
  • Ogni altra interazione è incentrata sul datore.

Un reclutatore non ti assume perché sei una brava persona, o perché ci tiene al tuo benessere finanziario, o perché hai tanta esperienza. Nel valutare i candidati, il datore si pone una sola domanda: in che modo questa persona può farmi guadagnare o risparmiare soldi ?

Chi risponde nel modo più convincente, sarà assunto.

Perciò, ogni volta che interagisci con il datore, chiediti: quello che sto per dire lo aiuterà a capire in che modo posso fargli guadagnare o risparmiare soldi ?

Se la risposta è no, non dire niente. Il modo più veloce per essere scartato è far perdere tempo al datore, e il modo migliore per far perdere tempo al datore è dire cose che non lo aiutino a capire la tua utilità economica.

Potresti considerarlo un mondo crudele, ma è così che funziona. Lascia da parte la tua storia personale e concentrati sui dati concreti: di fronte a te hai una persona disposta a darti uno stipendio, ma solo se dimostri di poter produrre più valore degli altri.

Dimostralo a partire dal curriculum: scrivi solo cose che diano risalto alle tue competenze distintive, come:

  • Esperienze rilevanti, supportando le affermazioni con dati concreti.
  • Le competenze che torneranno utili al datore se ti assume.
  • I risultati più importanti che hai ottenuto durante la carriera.

Tutto quello che non è indispensabile lascialo fuori: il gatto, le escursioni in montagna, i tuoi sogni, esperienze non rilevanti. Se non aiuta il datore a capire come puoi fargli guadagnare o risparmiare soldi, va dall’inutile al dannoso.

2 – Puntano sulla quantità

Il sistema classico: creo un curriculum generico e lo mando a nastro a tutti. Sembra logico: più ne invio e più ho possibilità di essere richiamato, giusto?

Sbagliato.

Per avere tanti colloqui non devi mandare tanti curriculum, ma mandare curriculum efficaci. In altre parole puntare sulla qualità, non sulla quantità.

A nessuno piace essere trattato come un numero, questo vale anche per il datore. Se riceve il solito curriculum generico con la lettera di presentazione “Gentile Signore/a, in allegato il mio Curriculum Vitae per la vostra visione. Sono un giovane motivato e con la voglia di migliorare”, la butterà direttamente nel cestino. In questo periodo i dirigenti ricevono decine, centinaia di curriculum per ogni posizione, non hanno né tempo, né voglia di leggerli tutti.

Oggi, quelli che trovano lavoro sono i pochi che sanno di doversi differenziare dalla massa. Quelli che dedicano tempo a ogni datore, personalizzano curriculum e lettera di presentazione, si contraddistinguono per la loro cura nei dettagli. Anche se inviano un terzo dei curriculum al giorno, decuplicano le possibilità che ogni CV porti a un colloquio.

Tratta ogni candidatura per quello che è: un’opportunità seria di avere un lavoro che nel corso degli anni ti frutterà decine di migliaia di euro e la possibilità di fare carriera. Non lo sai, ma l’invio del curriculum è il primo test per dimostrare la tua voglia di fare: invece che scrivere di essere un giovane motivato, dimostralo! Non inviare un curriculum fatto di fretta, personalizzalo per il singolo datore e cura ogni dettaglio.

È faticoso, lo so. Soprattutto le prime volte ti sembrerà di perdere tempo con stupide piccolezze. Ma quando vedrai i datori chiamarti ogni giorno, ci ripenserai. In linea di massima:

  • Cambia il curriculum per ogni settore lavorativo, mettendo di volta in volta in evidenza i benefici e l’esperienza che puoi portare.
  • Scrivi la lettera di presentazione da zero per ogni candidatura, usando le stesse parole del bando e facendo riferimenti all’azienda datrice.

Non limitarti al CV: quello è solo una parte del processo di assunzione. Contatta il datore, conoscilo, interagisci con il suo staff. Fatti ricordare.

3 – Non si specializzano

Questa è una fase che viene prima della ricerca di un lavoro, ma è anche la più importante.

Il lavoratore generico è morto. Il tuttofare, quello che non si specializza in niente, non ha più ragione di esistere. Quei lavori sono stati spazzati via dalla tecnologia e dall’ottimizzazione dei processi, nessuno li cerca più !
Se si può fare senza una specializzazione, una macchina lo può fare meglio e a costi minori. Se ancora non può farlo, è una questione di (poco) tempo.

Un requisito fondamentale per sopravvivere nel mercato moderno è la specializzazione. Fai una cosa, ma diventa il migliore. Non diventare bravo, quello lo sanno fare tutti: diventa il migliore. La logica comune direbbe il contrario: più cose so fare e più lavori sono potenzialmente in grado di svolgere, quindi ho più opportunità.

Ma non funziona così.

Ti faccio un esempio semplice.

Ci sono tre persone:

  1. Il primo è un imbianchino bravissimo, ma non sa fare il meccanico.
  2. Il secondo è un meccanico bravissimo, ma non sa fare l’imbianchino.
  3. Il terzo sa fare sia l’imbianchino che il meccanico, ma non eccelle in nessuno dei due.

Ci sono due datori: uno cerca un imbianchino, l’altro un meccanico. Ognuno assumerà l’esperto che è bravissimo nel suo campo, mentre il tuttofare resterà disoccupato. Ingrandisci questo esempio a 60 milioni di persone e migliaia di occupazioni, e hai un buon quadro del sistema economico.

Tu cerchi un lavoro. Non ne vuoi due, sette o cento. Solo uno. Quindi è inutile sprecare energie per imparare a fare due cose, tanto lavorerai solo in un settore. Focalizzati su una specializzazione poco conosciuta e diventa il migliore in quello, il lavoro verrà da sé.

Tipo pulitore di teli del cinema, o artista del cibo: due professioni sconosciute che fanno guadagnare un sacco di soldi a chi le fa bene. Ed essendo poco conosciute, diventare il migliore non è così difficile.

4 – Non fanno networking

Ci sono due modi per trovare lavoro:

  1. Con il contatto a freddo (contattare datori che non conosci).
  2. Con il networking.

Networking significa conoscere persone, far girare il tuo nome. È come fare pubblicità, ma invece di un prodotto, sponsorizzi te stesso e le tue competenze. Ma soprattutto: significa aiutare gli altri.

Lo sapevi che la metà dei lavori in Italia NON vengono pubblicizzati ? Niente bando, annuncio su Linkedin o tramite agenzie del lavoro. Il nuovo dipendente viene trovato tramite networking: persone che il datore già conosce e di cui si fida.

Lo sapevi che metà delle offerte di lavoro in Italia NON vengono pubblicizzate ? Il nuovo dipendente viene trovato tramite networking.

Più persone conosci e aiuti, più aumenti le tue possibilità di trovare lavoro. Se ti sei specializzato in qualcosa, significa che hai un’abilità pratica: usala per aiutare la gente, gratis. Dai consigli, metti in contatto due persone che possono fare affari insieme, dai una mano senza pretendere nulla in cambio. Divulga la tua conoscenza. Le persone che aiuti si ricorderanno di te, e saranno disposte ad aiutarti quando necessario.

Ora immagina di chiamare un datore di lavoro a freddo, senza che lui ti conosca, senza che qualcuno di sua fiducia gli abbia parlato di te. Ed immagina di chiedergli di assumerti: perché dovrebbe farlo ?

Ma se già ti conosce e sa di potersi fidare, perché gli hai già dimostrato quanto sei esperto e professionale, eviterai un sacco di scetticismo.

Fatti conoscere nell’ambiente in cui ti sei specializzato, aiuta le persone, stringi mani, incontra datori. Anche se non assumono al momento, dagli una mano. Appena si aprirà una posizione, tu sarai il primo ad essere chiamato, perchè hanno già avuto una dimostrazione pratica delle tue competenze: non hanno bisogno di leggere il tuo curriculum o di farti un colloquio. In questo modo praticamente azzeri il rischio del datore di lavoro di assumere una persona sbagliata (e il datore di lavoro ha il panico di assumere la persona sbagliata), oltre al fatto che gli fai risparmiare tempo, evitandogli la rottura di scatole di leggersi una pila di curricula e fare un sacco di colloqui.

5 (BONUS) – Il curriculum è da film horror

C’è un grosso problema: per ottenere un lavoro, devi passare per un colloquio di lavoro, ma per ottenere un colloquio devi prima riuscire a far spiccare il tuo curriculum tra le decine e decine che il datore di lavoro riceve. Negli ultimi 6 anni ho letto tanti curriculum, il 90% dei quali era da mani nei capelli: un’esperienza frustrante, veramente.

Non te ne faccio una colpa: scrivere un CV non è facile, se non sai da dove partire. Nessuno ti ha mai insegnato a scriverne uno, è come imparare a leggere senza un maestro che t’insegna l’alfabeto. Tu oggi hai due possibilità:

  1. Spendere un anno della tua vita a capire, errore su errore, come scrivere un curriculum efficace.
  2. Usare un modello studiato e testato sul campo per avere un CV vincente in 15 minuti.

Se la seconda opzione ti sembra più efficace, mio amico Stefano Mini  di Mindcheats ha creato un modello efficace e provato per mettere in risalto le tue competenze. Ha lavorato per quasi un anno su questo curriculum, e te lo voglio dare gratis. È un modello che ha usato per farsi proporre un lavoro da 45.000€ l’anno (più rimborso spese): quindi sì, funziona. 😉

Clicca qui per scaricare il modello di Stefano

Che esperienza hai avuto con i curricula e con i colloqui di lavoro ?
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17 Commenti

  1. Bellissimo! Un post veramente EFFICACE, interessante, diverso dai soliti, molto motivante!
    Me lo sono bevuta in un sorso questa mattina. Anche se, al momento non ho bisogno di mettere in pratica, non si sa mai….imparo e metto da parte 🙂

  2. Il problema,è che la maggior parte delle persone quando si PROPONGONO alle aziende,non si percepiscono come degli “esperti” nel risolvere un problema specifico,ma come

    “commodity” ossia persone che non sanno “differenziarsi” dalla concorrenza (i candidati).

    È logico che poi le aziende,scusate la volgarità vi tirano i coglioni sul prezzo basso,l’esperienza,o l’età,perché dipende che valore date al mercato,NON in base al tempo che si passa a produrre.

    Se ci fate caso son le stesse identiche “obiezioni” che fate voi quando dovete acquistatre un prodotto,che dite al commesso:

    PERCHÉ DEVO ACQUISTARE IL SUO PRODOTTO QUANDO IN UN ALTRO NEGOZIO HA LE STESSE FUNZIONI E COSTA MENO?

    Questo perché non sanno differenziarsi dalla concorrenza,stessa cosa chi cerca lavoro.

    Qualunque ruolo volete occupare formalmente in questa società

    che sia,AVVOCATO,INGEGNERE,IMPRENDITORE e ANCHE LO STESSO IL DIPENDENTE,dovrete imparare a fare una cosa e cioè
    “Vendere” che non significa come molti di voi pensano

    “avere la parlantina” “rompere i maroni alla gente” ecc..

    SIGNIFICA SAPER RISOLVERE UN PROBLEMA SPECIFICO IN CAMBIO DI DENARO STOP.

    Anche il dipendente è un venditore.Semplicemente è uno scarso venditore che vende un servizio (il lavoro operaio) ed ha uno scarso valore ed è facilmente sostituibile!

  3. Ho seguito un corso specifico per imparare a scrivere curriculum, sapete quale sia il profilo di questi docenti, generalmente? Spesso sono persone che quando va bene, perchè tanti non sono nemmeno mai stati lavoratori dipendenti, hanno visto solo l’altra faccia del problema, quella del datore di lavoro. Lavoro in una grande azienda metalmeccanica ed ho una ventennale esperienza per cui posso permettermi di dire 2 cose: la prima è che quello che tu sappia fare conta relativamente al giorno d’oggi, la condizione fondamentale per chi ti assume è che si possa fidare di te. Fidare ma non solo in senso strettamente qualitativo, non devi essere un cane sciolto, devi essere cosciente di fare parte di un team e di coprire i tuoi compagni quando ce ne sia la necessità, devi completamente e senza remore conoscere ed abbracciare il processo produttivo di quella azienda. La seconda: tante persone messe nelle giuste condizioni possono imparare a fare lavori specializzati, ma al datore di lavoro non interessa solo quello, anzi se c’è solo quello di solito non ti assume, preferisce una persona più modesta, ma più fidata, quindi non è proprio vero che il migliore abbia sempre e comunque più chances, 1 perchè se non è uno stupido chiede molto, 2 nessuno oggi compra più del necessario. Le grandi aziende ed intendo quelle con 500 persone ed oltre, hanno una struttura gerarchica molto forte, complessa ed articolata che esula completamente dal rapporto diretto col datore di lavoro. Il datore di lavoro in quel caso è il responsabile del personale, questo articolo ha il limite di parlare di aziende dove esista un rapporto col datore di lavoro sia prima che dopo l’assunzione, in aziende enormi la realtà è completamente diversa. In ogni caso oggi senza esperienze forti pregresse e dimostrabili, senza l’appoggio di qualcuno che parli bene di te non si sarà assunti direttamente. In ogni caso è un po’ obsoleto l’articolo, oggi si assume tramite agenzia anche per profili ad alto livello, sono ben pochi quelli che facciano colloqui per assunzione diretta, men che meno a tempo indeterminato. La cosa migliore da fare è essere sinceri, perchè altrimenti ci si brucia: un datore di lavoro ti prova e se hai raccontato frottole ti ritrovi disoccupato e con brutte referenze nel raggio di molti km, gli stratagemmi aiutavano un tempo, ora si lavora diversamente. Si vende un prodotto, deve essere conforme a quello che si dica che sia e cercare di offrire quello che chieda il cliente, nè più, nè meno.

    • Ciao Mauro,

      Lavoro in una grande azienda metalmeccanica ed ho una ventennale esperienza

      Esperienza in cosa ?
      Hai cambiato più aziende e quindi sai come farti assumere o devi selezionare persone da assumere sotto di te ?

      la condizione fondamentale per chi ti assume è che si possa fidare di te

      Concordo: per questo è fondamentale il punto 4, cioè fare networking. Io mi fido di più di un ex collega che mi dice “Guarda, Tizio è una brava persona ci ho lavorato assieme, impara in fretta e quando gli dici di fare una cosa, la fa“, piuttosto di quello che viene scritto nei curricula (il cui livello medio comunque è penoso, te lo dico per esperienza diretta) e detto nei colloqui.

      Il datore di lavoro in quel caso è il responsabile del personale, questo articolo ha il limite di parlare di aziende dove esista un rapporto col datore di lavoro sia prima che dopo l’assunzione, in aziende enormi la realtà è completamente diversa.

      Per datore di lavoro io intendo colui che prende la decisione se assumerti oppure no: nelle aziende serie è colui che dopo sarà il tuo capo (quindi NON il capo delle Risorse Umane)

      In ogni caso oggi senza esperienze forti pregresse e dimostrabili, senza l’appoggio di qualcuno che parli bene di te non si sarà assunti direttamente

      Concordo di nuovo con te:

      Esperienze forti pregresse e dimostrabili = Specializzati !
      Qualcuno che parli bene di te = Fai networking !

      Stiamo dicendo la stessa cosa 😉

      In ogni caso è un po’ obsoleto l’articolo, oggi si assume tramite agenzia anche per profili ad alto livello, sono ben pochi quelli che facciano colloqui per assunzione diretta

      E questo cosa cambia ?
      Le agenzie sempre i curricula leggono e ti chiamano a far colloqui, PRIMA di passare il tuo nominativo alle aziende: si aggiunge un filtro in più.
      A maggior ragione bisogna saper spiccare dal mucchio.
      A maggior ragione bisogna riuscire entrare SENZA passare per le selezioni, ma attraverso il networking.

      Si vende un prodotto, deve essere conforme a quello che si dica che sia e cercare di offrire quello che chieda il cliente, nè più, nè meno.

      Esatto !
      E la stessa identica cosa vale per un’assunzione: il Datore di lavoro cerca un servizio, il Lavoratore deve essere conforme a quello che il Datore gli chiede. Se è più, tanto meglio per entrambi. Se è meno, sono dolori (per entrambi).

  4. Prima di tutto esperienza di lavoro! Saper stare in un luogo di lavoro, lavorare in team, essere affidabili, essere in grado di capitalizzare il proprio tempo, questo viene prima di ogni tipo di specializzazione perchè la racchiude in sè. Comunque sì ho cambiato diversi posti ed anche in tempo di crisi ho rifiutato proposte di lavoro, perchè bisogna, oltre che vendersi bene, saper fiutare quali siano proposte congeniali da quelle che non lo siano. Sentiamo continuamente giovani lamentarsi perchè non gli venga data la possibilità di dimostrare le proprie qualità, ma… spesso scopriamo che molti non hanno mai lavorato, mai fatto neanche lavori umili, questo la dice lunga su una persona e la sua voglia. Come sentiamo gente disoccupata frignare continuamente, ma non fa corsi, non tenta una ricollocazione. La prima cosa è imparare a lavorare e quindi poter dimostrare di saperlo fare, dopo viene tutto il resto. Da noi ad esempio il responsabile del personale fa i colloqui e sceglie autonomamente i candidati, i capi reparto/ufficio, non intervengono, ma questo avviene in molte aziende di grandi dimensioni. Cambia parecchio con le agenzie interinali, specialmente a livello medio alto: l’operaio generico, lo provi, se non va lo cambi nel giro di poco tempo, perchè non c’è bisogno di chissà cosa per valutarlo, la persona specializzata ha bisogno di un tempo più lungo, un tempo chi aveva esperienza riusciva ad imporla, a pretendere di essere assunto a tempo indeterminato spesso con passaggi diretti, mantenendo retribuzione e livello. Oggi te lo scordi, nella maggior parte dei casi, anzi si passa proprio dalle agenzie, alle quali si può raccontare quello che si vuole e sembrare un grande professionista, ma i conti si fanno sul luogo di lavoro e se si sono raccontate fandonie si va poco lontano, alla fine il datore di lavoro a differenza di ieri rischia meno e si può sbarazzare più facilmente di incapaci assunti incautamente, questo cambia! Sfatiamo però un mito: “io so come farmi assumere” certo ci sono persone più brave a vendersi è innegabile, ma si tratta pur sempre di un rapporto umano nel quale la simpatia/antipatia gioca un ruolo fondamentale. Non riduciamo tutto a strategie e modelli, perchè il mondo è fatto di eccezioni e ben poche regole. Sul resto siamo d’accordo.

  5. Intanto diamo una distinzione “ben precisa” su cosa vuol dire LAVORARE e cosa vuol dire avere una professione.

    Lavorare vuol dire “fare qualcosa” che una volta che ho finito di farla, continuo a produrre reddito a prescindere dal fatto che passo del tempo a farlo.

    E cioè ad esempio: Produrre un libro , il libro lo vendo (ogni volta che vendo un libro) mi entrano 1,53€ nelle mie tasche, quello è un “VERO LAVORO”.

    Tutto il resto e cioè ARTIGIANI,DIPENDENTI,DIRIGENTI ecc.. sono “professioni” cioè stanno “barattando” tempo per soldi.

    Noi siamo nell’era dell’informazione bisogna far lavorare IL CERVELLO,non la forza fisica.Se si continua a pensare di produrre denaro con la forza fisica, NON E’ COSI’ si produce denaro con la testa.

    Altra cosa se si è “indispensabili” per la propria attività non si ha un BUSINESS,ma un lavoro.Bisogna far in modo che quell’attività diventi “automatica” e porti delle rendite. Pensate a Vasco Rossi che ha delle attività , tra cui i diritti d’autore che producono “utili” a prescindere dal tuo tempo. QUESTE SONO RENDITE.

    Ma la maggior parte delle persone in Italia non sono IMPRENDITORI,son persone che si sono “comprate” un posto di lavoro più pagato.

    Poi non si può pensare di iniziare un lavoro e portarlo avanti per 30 anni perchè viviamo in un’epoca MOLTO VELOCE.Dove l’economia cambia velocemente, i mercati cambiano velocemente , “le mode cambiano velocemente”.

    Tipo le “agenzie viaggi” fino al 2000 erano più di 23000 oggi sono meno di 8000, perchè? Perchè tutti prenotano i viaggi su internet ecc..

    Quindi l’economia cambia velocemente.
    Non si può fare un certo tipo di lavoro e portarlo avanti per sempre perchè PURTROPPO tutto cambia.

    Capire qual è il settore che in questo momento TIRA di più, e fiondarcisi su.
    Poi ci sono 2 condizione diverse: “il valore di una persona” e il “valore di una persona rispetto al mercato”

    Noi purtroppo veniamo pagati in base al valore che esprimiamo sul mercato:
    Vi faccio un esempio banale : Un insegnante che ha un lavoro che è importantissimo cioè quello di far crescere dei bambini, viene pagato poco rispetto al calciatore perchè?

    Perchè il suo valore di mercato, cioè l’insegnate impatta su 20 persone e il calciatore impatta su milioni di telespettatori e via dicendo.
    Quindi che cosa succede? Che non veniamo pagati “per quello che facciamo” ma per il VALORE che esprimiamo sul mercato.

    Purtroppo ci son dei “settori” dove quel valore non si esprime più,perchè ad esempio produrre costa meno nei paesi dell’est ecc….

    Tanti purtroppo non amano fare il “cambiamento” perchè implicano tutta una serie di PAURE.

    Se andate su siti mondiali come freelancer oppure odesk.com ci sono 170000 offerte di lavoro “in questo momento” ma per persone che in Italia non hanno quelle competenze.

    Tutti cercano “il posto fisso” e di fare l’operaio.Ma in realtà non si può più fare l’operaio.

    Su questi siti americani,cercano lavoratori sulla creazione di app,web,webapplication,java,html. Cose che persone di 50-55 che hanno fatto sempre un certo tipo di lavoro si trovano fuori.

    Se io avessi un figlio oggi,lo manderei a fare delle attività di “network marketing” che sarebbe la distribuzione di prodotti attraverso il “passaparola”,
    e che permette di far partire un’attività con 0 costi,permette di creare un business e quindi di generare “entrate automatiche” o “rendite”.

    Dato che una volta che ho costruito la mia rete di persone che distribuiscono i prodotti,queste persone continuano a generare percentuali.

    Eh però siam sempre li a fare il networker è un mestiere dove devo:

    – IMPARARE A VENDERE
    – IMPARARE A COMUNICARE
    – IMPARARE IL PUBLIC SPEAKING
    – SAPER ORGANIZZARE UNA SQUADRA

    Queste son le competenze che vengono ricercate oggi.
    Se aprite il giornale vedrete che 9 offerte su 10 sono operatività di vendita.

    Negli anni 70,bisognava “imparare a produrre” quindi a fare la macchina,il saldatore,ecc…
    Oggi invece bisogna commercializzare quello che viene venduto il prodotti in surplus.

    • Franco, però nel suo discorso lei non tiene conto di alcuni elementi fondamentali, il suo ragionamento è più adatto ad un robot che ad un essere umano:

      1 in fisica il lavoro è la forza per lo spostamento, quando smetto di muovere qualcosa, che sia il cervello, che sia un braccio, smetto di lavorare, quello di cui lei parla si chiama utile, derivato dall’attività lavorativa ed indipendente in una certa misura da essa, il suo esempio sul libro è calzante.

      2 Il lavoro giusto è quello per il quale si hanno attitudini spiccate, non conta assolutamente a nulla che sia pagato bene o che sia richiesto, se non ci sono doti naturali, non si avrà successo

      3 Bisogna avere interesse verso una professione altrimenti si fallirà, o comunque si otterrà ben poco dalla propria attività, anzi non si reggerà lo stress.

      4 Cosa organizza una persona se dietro ha un team di basso livello?, Oppure se ad esso stesso mancano le basi del campo in cui si muove? Le persone realmente specializzate sono richiestissime, il problema è che c’è un salto generazionale enorme tra i giovanissimi che devono imparare tutto e i pensionandi, alla fine della loro carriera, non si è speso tempo per formare i giovani, convinti che comunque fosse facile sostituire queste persone di grande esperienza ed oggi si fa di tutto per trattenerle al lavoro perchè ci si è resi conto della loro importanza. Le aziende stanno pagando un prezzo altissimo a causa della loro dabbenagine .

      Trovo giusto il suo ragionamento, ma è parziale, nel senso che è ugualmente importante al resto, non sostitutivo, perchè vede un albero motore non si produce con le chiacchiere e non lo si vende con un programma di disegno.

      • Ha chiaramente “frainteso” quello che ho scritto.
        Quello che intendo dire io,è che non è possibile che la maggior parte delle persone ancora vogliono ” IL POSTO FISSO” o sono dipendti o disoccupati.

        Basta cavolo!

        Se non cè quello l’alternativa è il nulla!
        In America la maggior parte delle persone sono IMPRENDITORI con la I maiuscola.
        Sanno Vendere benissimo,nella loro cultura il comprare e vendere,giocare in borsa ecc.. sono cose NORMALI.

        In Italia tutti con sta storia del “ma questo mi spetta di diritto” “quanto mi danno”?

        C’è una cosa che non gli entra in zucca: Guadagni per quanto vali!

        E non per quante ore passi a produrre!

        • L’America che sempre salta fuori in queste questioni è l’Eldorado di cui tutti parlano ma che ben pochi hanno visto veramente. In America stai bene fino a quando riesci a girare alla velocità del sistema, se rallenti perchè perdi il lavoro e questo a qualsiasi livello, in poco tempo sei fregato e ti ritrovi ai margini della società, quello non è spirito competitivo e meritocrazia è mangiare il pesce malato. Senza tutele giuste, che non sono quelle di difendere fannulloni, tra l’altro il metro di misura è molto soggettivo e se vogliamo dirla tutta discrezionale in base a simpatia ed altri servigi, abbiamo le fabbriche piene di ruffiani del capo che non producono niente e costano tanto, ma quelli invece vanno bene?! Certi imprenditori quando aprlano di costi sarebbe meglio che facessero più economia vera nelle loro industrie, invece piangono e continuano a scialacquare materiali e risorse umane in un modo vergognoso. Dicevo, senza tutele ed in un mercato del lavoro selvaggio non c’è professionalità perchè anche se sei un ingegnere hai bisogno di conoscere il prodotto nello specifico per fare cose concorrenziali, devi conoscere i tuoi collaboratori molto bene, i fornitori ed è un lavoro che non si fa in 2 giorni. Anche a più basso livello produrre qualcosa necessita di molta esperienza. Lei mi dice “guadagni per quello che vali” sta di fatto che questo sia già così da un pezzo esistono categorie con relative mansioni e relativa paga base, il di più lo decide il tuo datore di lavoro quindi non “in base a quello che vali” ma alla percezione del valore che ha il tuo datore di lavoro del tuo operato, è molto diverso! Beh onestamente in qualsiasi professione oggi i tempi sono piuttosto definiti, in meccanica poi!!! Oggi nessuno che sia rimasto in piedi impiega più del necessario per produrre. Non siamo tutti manager pagati a contratto annuale, tutti gli altri vengono pagati a tempo sulla base della professionalità e delle mansioni che gli spettano. Mi pare un po’ confuso il suo pensiero. L’imprenditore lo fai se hai un capitale iniziale da investire ed una competenza in un certo campo, non tutti possono, gli altri dovranno pur mangiare, o lei vede le persone semplici come un problema e la loro non specializzazione una colpa? Io no pur essendo specializzato non me la sento di buttare questa croce su gente che tutto sommato quando lavora onestamente tiene letteralmente in piedi le aziende con la loro esperienza, perchè senza le malizie di chi sa utilizzare veramente un cnc ad esempio, hai voglia a prendere ingegneri, così com’è vero il contrario, sia chiaro. Senza posto fisso per una persona semplice si apre una vita fatta di ansia continua e d’impossibilità a programmare un futuro decente, suvvia un po’ più d’empatia non guasterebbe!

          • Ma è giusto che sia cosi in America,il “fallimento” di un’azienda è una cosa NORMALE. Perchè vuol dire che in quello che uno ha fatto c’è qualcosa che non va.

            In Italia si piangono addosso e pensano sempre che magari “quel tipo di attività”
            o “quel tipo di professione” durerà per sempre. NON FUNZIONA COSI!

            Poi tu stai rientrando in quella cosa del tipo : “ah ci vogliono soldi,per fare soldi” è quella che io dal punto di vista tecnico chiamo CONVINZIONE LIMITANTE.
            Cioè io son cosi convinto della mia idea,che non creo il potenziale per poter fare delle azioni.

            Poi non è vero che NON tutti possono fare gli imprenditori,è che la maggior parte delle persone non son disponibili a pagarne il prezzo.
            E il prezzo comporta RINUNCE e PRESSIONI PSICOLOGICHE.

            Tanti persone non vorrebbero il successo,o meglio vorrebero solo le cose positive del successo: tipo yacht,ferrari ,fama ecc.. ma non sono disposte a pagarne lo scotto.

            Perchè aver successo SIGNIFICA entrare in contatto con MILIONI di persone dove TU ci metti la tua faccia.E lo scopo del tuo “marketing e brand” è essere polarizzato Da una parte avrai una nicchia di persone che ti segue e dall’altra di norma non piace o addirittura vai a dar fastidio ad un’altra nicchia di persone
            (che ti denigrano,insultano) ecc…

            SE non sei abituato CI MOLLI.

            Se le persone vedrebbero la mia messaggistica di FB,gli passerebbe subito voglia di avere il successo. Tu non hai idea dell’incredibile flusso di M…. che una persona di successo deve subire.

            Tanti dicono: wee giua,noi saremo pure boni di core e di panza.Ma finchè ho il mi stipendio,la mia casina ecc.. va bene cosi!

            Poi io non parlo di MANAGER intendo dire,tipo un berlusconi che ha delle aziende che funzionano a prescindere dal suo tempo.
            Questo è fare impresa!
            Ma nel momento in cui io sto dentro quel capannone 20 ore al giorno,non hai un’impresa hai un lavoro.

            In Italia le persone sono dipendenti con uno stipendio più altro.
            Perchè non sanno fare il marketing,non sanno cos’è una sales letter,marketing a risposta diretta,direct marketing,lead generation,blog

            Se tu vai da imprenditori MEDI,ti guardano come se fossi un marziano!

            Perchè pensano stupidamente che “i prodotti si vendano da soli con il passaparola”

            CHE FOLLIA! Ci credo che la gente fallisce!

            Io so com’è la situazione in Italia. E la gente non fa nulla per cambiare.Perchè non vogliono e ok.Ma che non mi vengano a dire: c’è la crisi che non ci sono soldi. Perchè la responsabilità E’ LORO se si trovano in quella condizione.

            Io non ho mai avuto un cellulare strastiloso come ce l’ho adesso,non ho mai fatto vacanze,mai preso una casa con il mutuo.

            Ho rinunciato a diverse cose per STAR MEGLIO ORA.Tu vagli a dire ad un giovane di adesso di rinunciare a certe cose. SII TI SPARA IN TESTA.
            Devi rinunciare a delle cose per star bene un domani.

            Io dopo 16 anni a 70 ore a settimana che mi son fatto il culo, e all’inizio non sapendo come sbarcare il lunaro,mentre imparavo la cosa fondamentale per diventare ricco “VENDERE”,la sera davo via le pizze o prendevo a pugni in faccia la gente in discoteca facendo il buttafuori.

            Il successo è facile da RAGGIUNGERE (se sai come farlo) e se sei disponibile a pagarne il prezzo.

            Gli italiani purtroppo anche per colpa dei loro amici e parenti che li influenzano,non pagheranno MAI il prezzo necesssario per raggiungere la libertà finanziaria!

  6. Per esempio l’80% degli italiani,hanno comprato una prima casa e dal punto di vista FINANZIARIO è un investimento sbagliato.
    Perchè drena risorse alla propria capacità di produrre denaro.

    Quello che uno dovrebbe fare è “usare la sua capacità di produrre reddito” per generare altri i soldi. I debiti devono produrre ALTRI soldi, invece il “debito quello cattivo” cioè che toglie soldi alle nostre tasche,quello non andrebbe fatto.

    Io per esempio che ho la possibilità di permettermelo vivo in affitto e uso i miei soldi per COSTRUIRE CASE,PER VENDERE CASE.

    Quindi l’idea è vivere in affitto,ma acquistare e vendere case.

    Tu trovameli italiani cosi!
    Dal punto di vista “emotivo” uno chiaramente vuole la sua casa ecc.. e ok!
    Ma dal punto di vista FINANZIARE è sbagliato possedere una prima casa!

  7. Ho seriamente pensato al suicidio dopo averle provate tutte, curriculum mirato, presentazione eccellente, sempre educata, se il datore chiedeva eccomi, pronta a risolvere o trovare soluzioni e persone per risolvere. Tanti complimenti (per assurdo mi hanno fatto un sacco di complimenti per il bel curriculum) . Ho quasi sempre lavorato ma oggi mi trovo a tirare le somme: se per il “capo “ero affidabile, se per i colleghi ero affidabile, se per l’azzienda ero essenziale,(si mi hanno anche detto questo ) perché oggi sono a casa ?( e per oggi intendo da un anno…) perché non c’è stato un solo datore di lavoro che mi abbia assunto a tempo indetermitato? Mi trovavo circondata da ragazzini poco più che maggiorenni che non sapevano seriamente fare nulla, una addirittura neanche lavorava… eppure lei dopo lapprendistato è stata assunta a tempo indeterminato. Oggi si è dimessa, la posizione è libera ma nonostante abbia rimandato cv, contattato personalmente i miei ex colleghi e soprattutto il mio vecchio capo , mi è stato detto che nonostante sappia fare il lavoro ad occhi chiusi, nonostante sia disposta anche a continuare a regalare ore all’azienda perché il lavoro ki piace e mi riesce anche bene farlo, comunque costo 1000 euro all’azienda solo di stipendio (senza contare tasse e contributi) mentre uno stagista o apprendista per almeno 5 anni ci costa meno. E anche se fa il lavoro non bene si può sempre rimediare prima o poi. E allora mi chiedo perché tra me e i miei ex colleghi non abbiano scelto me per l’assunzione e la risposta me la sono data da sola. Non sono bionda, non sono alta e e non sono esile. Non importa se sei eccellente o beava. Tra me e quella sufficiente hanni scelto quella sufficiente. Tra me e il ragazzo incompetente ma giovane (a 27 anni per il mercato del lavoro sei vecchio) hanno scelto lui. Perché maschio e giovane, prima o poi il lavoro lo impara.
    E l’altra invece bionda, magra, bella piu di un me a quanto pare, e nonostante non abbia mailavorato prima in quel campo anche lei prima o poi impara… nel mio caso non ho avuto molta fortuna, ma nonostante cambiassi soesso lavoro almeno lavoravo . Ma ora ho 33 anni, un’anziana per il mercato del lavoro, donna, specializzata in un campo morto come quello del tezsile. Ambie conoscenze del campo delle spedizioni ma vecchia. Costo troppo. (Confesso di aver anche madato curriculum con profilo basso per avere la possibilità di accedere a lavori piu semplici e con stipendi sui 300 euro al mese pur di lavorare…)ma alla fine che sia 2000 €/mese o che siano 300 €/mese l’unico lavoro che posso permettermi di fare oggi a 33 anni è lanimatore turistico stagionale, miniclub.400 € massimo al mese ma almeno vitto e cibo compreso, di avere una famiglia mia ho smesso di pensarci da tempo.potrei aprirmi una mia attivita ci ho pensato ma vivo con i miei e non sono persone facili, e poi che faccio? Apro uno studio di disegno? Se solo negli ultimi 2 anni ne sono chiusi 150 circa. Con quali soldi poi, che senso ha aprire un’azienda con capitale sociale pari a 1 euro, pagare 500 euro di partita iva, 1000 euro per il commercialista e poi fare la fame per 2 anni e non ho nemmeno la certezza che ingrani . Per poi chiudere e starci ancora peggio perche già mi sento fallita miseramente, pensa a quanto fallita mi sentirei se dovesse fallire la mia idea imprenditoriale. Ho sbagliato epoca, sarei dovuta nascere maschio 60 anni fa , oggi sarei già in pensione con una moglie e dei nipoti. E non sola senza la possibilità di sopravvivere da sola. Scusatemi per lo sgogo ma dallarticolo sembra tutto cosi facile ma per come l’ho vissuta io non è stato così facile.

  8. Ho letto un po di commenti e volevo trattenermi dal farlo ma come vedete non ci sono riuscito. Ho voluto dire la mia perche le persone che di solito fanno grandi discorsi in difesa delle aziende sono proprio quelle che non hanno mai avuto difficolta e magari vengono da famiglie benestanti, ha proprio ragione il proverbio “il sazio non crede al digiuno”. Perche chi dispensa consigli solitamente ha la macchina in garage, una casa e una famiglia e non puo comprenderr chi invece affronta la vita a mani nude. Detto questo, oggi siamo tutti carne da macello e non c entra nulla la specializzazione, la fiducia o la capacita del singolo di apportare valore. Per farla breve, spiego ai sig benestanti il ragionamento delle aziende:C e crisi, tutti cercano lavoro e di risorse ne trovo quante ne voglio, per tanto se non ti sta bene di lavorare a 6,50 l ora(lordi) 12 ore al giorno, 6 giorni a settimana, sacrificando festivi e weekend, con un contratto a chiamata che non ti vincola e prevede che debba pagarti ogni 60 giorni…beh se tutto questo non ti va bene, avanti il prossimo.

  9. Ho 45 anni, sono un tubista industriale, ho più di venticinque anni di esperienza, ho lavorato su grandi opere per aziende di livello nazionale e internazionale, quindi la mia esperienza è più che comprovata, oltre ad essere diplomato con il massimo dei voti.
    Ho scritto centinaia di curriculum, ho sempre cercato di focalizzare le mie doti, con la speranza che un potenziale datore di lavoro capisse che in me potesse trovare un lavoratore altamente qualificato, serio e affidabile.
    Nessuno mi ha mai chiamato!
    La situazione attuale del mercato del lavoro è come la descrive il Sig.Daniele, non importa quello che sei o quello che sai fare.
    Importa che tu sia una figura a zero spese, fare 280/300 ore di lavoro mensili con una paga da fame, e se vorranno ti pagheranno, altrimenti ti attacchi.
    Oggi faccio la guardia giurata, per un grande istituto di Vigilanza, che mi assume e mi licenzia quando gli pare e piace, mi tiene in sospeso, cambia il mio contratto di lavoro come niente fosse, ovviamente con il consenso delle leggi (o dei buchi che ci sono in essi) e degli organi preposti, i sindacati è inutile anche nominarli.
    Non c’è possibilità di essere imprenditore, non c’è possibilità di essere dipendente, come si deve vivere non si è ancora capito.
    Questo sarebbe il bellissimo mercato del lavoro alternativo che hanno costruito?
    Poveri i nostri figli!

  10. Mi iscrivo alle agenzie per il lavoro ma non mi chiamano mando tanti curriculum vitae alle aziende zero risposte non ho esperienza di un lavoro se le esperienze te la fanno fare cercano professioni con esperienza mica tutti anno esperienza ti devono dare imparare un mestiere vogliono che sei già capace di lavorare così non stanno ad insegnare

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