Strategie   Vincenti

Vinci la procrastinazione

Mondi sintetici ha scritto a proposito di un articolo che qualche mese fa è stato pubblicato su Psychology Today, in cui si afferma che la continua procrastinazione, cioè la tendenza a rimandare le azioni da fare, crea stress, ansia e anche depressione.
Questa non è una notizia nuova, infatti è il motivo del successo che sta riscuotendo il GTD di David Allen negli ultimi cinque anni. Tuttavia l’articolo propone come rimedio alla procrastinazione l’uso della regola dei 10 minuti. Essa consiste in pratica nel riconoscere ed accettare il fatto che non si abbia voglia di svolgere un determinato compito, ma poi farlo lo stesso per almeno 10 minuti. In questo modo si riesce a superare lo scoglio dell’inizio e creare un’inerzia che, una volta messa in movimento, ci permette di continuare e finire il compito.

Io mi ritrovo spesso in una situazione tale, in cui non voglio affrontare alcuni compiti poco stimolanti, in questi casi mi è di aiuto utilizzare il Task Progression Tracker del geniale designer freelance David Seah. In pratica David ha creato un modulo stampabile in cui nella sezione a sinistra puoi riportare i compiti da svolgere. Io uso cominciare la riga con un numero che indichi la priorità, seguito da due lettere con cui indico il giorno di scadenza, poi una sigla che identifichi le persone eventualmente coinvolte ed infine il nome del compito. La sezione di destra invece è una barra che indica lo stato di progressione del compito. In pratica si tratta di una serie di rettangolini, ciascuno dei quali rappresenta un quarto d’ora. In questo mod per ogni quarto d’ora che hai speso a lavorare su tale compito, puoi sbarrare un rettangolino. Quando un compito è stato ultimato puoi sbarrare l’ultimo quadratino sulla destra.
Questo che sembra essere soltanto un gioco, è in realtà un mezzo potente per motivare a lavorare sul compito (“voglio riempire un’altra casellina, voglio assolutamente sbarrare la casellina dell’ultimazione del task“) e a posteriori è utile per analizzare su quali compiti abbiamo speso il nostro tempo. Puoi cioè fare una rapida verifica della tua efficienza rapportando il tempo effettivo lavorato, rapportato al tempo che hai speso al lavoro.

Spesso uso questo modulo come ToDo-list per la giornata e per vedere chiaramente quali sono i task ancora incompleti (ma anche per aumentare la componente di soddisfazione) non mi accontento di apporre la croce sul rettangolo del task ultimato, ma sbarro anche pesantemente tutta la riga quando il task è concluso.

Per leggere le istruzioni d’uso originale, per scaricare il modulo originale o le successive varianti grafiche, leggete l’articolo di David Seah.

5 Commenti

  1. Bellissimo blog, sono fuori casa per cui non posso metterlo trai preferiti, ma me lo segno!!!!

    Spero di ricordarmi di farti visita spesso. ( sì io procrastino sempre )

    Un bacione Velvi

  2. Proprio per avere sempre a portata i propri preferiti, a prescindere dal pc sul quale stai navigando, sono nati e hanno avuto grande successo i servizi di social bookmarking come per esempio del.icio.us e Segnalo. Per questo alla fine di ogni articolo e sulla sidebar sulla sinistra del mio blog ci sono le icone per salvare con un click i miei articoli sui più famosi servizi di social bookmarking.

    Provali, non ne farai più a meno !

  3. Un altro sistema simile al GTD è il RPM (Rapid Planning Method) aka OPA inventato da Anthony Robbins.
    Se ne differenzia perchè scava un pò più nel profondo e ci aiuta a tirar fuori cose di cui spesso
    non ci si accorge.
    OPA è il predecessore del RPM ed è stato pubblicato nella collana Time of Your Life.
    Concettualmente è potente perchè è un processo che ti aiuta a prendere coscienza
    di ciò che veramente vuoi focalizzandoti sugli obbiettivi e le motivazioni lasciando alle azioni (to do lists)
    un ruolo secondario. tratta anche della strategia per effettuare decisioni.
    è stimolante come programma. L’ ho usato per un pò di tempo ed adesso lo applico
    sotto forma di mappa mentale organica secondo la tecnica di Tony Buzan di cui ho
    letto il libro “Mappe Mentali”.

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