Strategie   Vincenti

L’impagabile lezione ricevuta da un violoncellista di 90 anni

Pablo CasalsPablo Casals, un famosissimo violoncellista spagnolo, si è esibito in un concerto poco prima della fine della sua lunghissima carriera. All’epoca aveva 90 anni e la platea stava attendendo che iniziasse il suo concerto. Una sedia pieghevole venne posizionata al centro del palco e per un pò non successe assolutamente niente.

Poi, senza alcun preavviso o segnale, dall’ingresso laterale entrò un uomo molto anziano e fragile con la testa china in avanti. Egli veniva letteralmente trasportato da 2 donne bionde molto giovani ed affascinanti, che lo supportavano ognuno per un braccio.

Procedeva con una lentenza estenuante, mentre le 2 donne sorregevano completamente il suo peso tenendolo sollevato con una presa sotto le ascelle. Gli spettatori si domandavano se ce l’avrebbe mai fatta a raggiungere la sedia al centro del palco. Ci vollero diversi minuti dal bordo del palcoscenico fino alla sedia pieghevole. Quando vi arrivò, le donne lo fecero girare e lo calarono di peso sulla sedia. Non si sforzò nemmeno di alzare lo sguardo. Era come un corpo privo di vita. Le 2 donne si girarono, lo lasciarono sulla sedia così come lo avevano appoggiato e abbandonarono il palcoscenico.

A questo punto da dietro le quinte comparve, vestito di tutto punto in smoking nero, un giovane che portava un violoncello. Lo pose in mezzo alle gambe di Casals. Il musicista novantenne prese il violoncello e quando fece questo gesto, fu come un CLICK ! Egli si rianimò in un secondo, come se qualcuno avesse premuto un interruttore.

Poi prese l’archetto, appoggiò il fascio di crini di cavallo su una corda del violoncello e iniziò a suonare una singola nota.
Ummmmmmmmmmmmmmmmm.
Suonò questa nota per più di quanto tu possa immaginare. La suonò così a lungo, che sembrò che il suo cervello si fosse fermato.

Dopo un bel pò, qualcuno del pubblico inizio a pensare cosa stesse succedendo, dopottutto erano venuti per assistere ad un concerto, ma stavano sentendo un unico interminabile suono. Imperterrito Casals continuò ad insistere su quella nota per un tempo così lungo che diventò chiaro che soltanto un vero Maestro poteva tenere una nota così a lungo, così alla perfezione.
Non era possibile percepire mutamenti nel suono: non diventava più forte, nè più debole. Semplicemente rimaneva perfetta e immutata…

Sembrava impossibile.

Infine, quando sembrava non potesse più finire, tutta la sala divenne perfettamente silenziosa… e Casals iniziò a suonare.

Improvvisamente ognuno presente in sala venne immerso in questa esperienza miracolosa.

Casals suonò, suonò e suonò. Tra gli spettatori, qualcuno sorrise, qualcun altro stava piangendo e qualcun altro era ancora immobile, come quando Casals stava suonando la sua interminabile nota iniziale.
In un’altro momento della performance di Casals, le persone stavano ridendo. Più tardi erano di nuovo assolutamente in silenzio, assistevano a bocca aperta come dei bambini affascinati. Casals suonò per 2 ore senza fermarsi. Passò da una brano all’altro, ad un’altro ancora. In queste 2 ore egli suonò sul suo violoncello qualsiasi emozione percepibile dall’uomo, fu come se avesse suonato la tua vita sul suo meraviglioso strumento.

Poi ad un certro punto, di nuovo senza preavviso, semplicemente si fermò. Il giovane in smoking ricomparve da dietro le quinte e riportò via il violoncello. Pablo Casals si riafflosciò istantaneamente: tornò ad essere la persona anziana e fragile che è stata trasportata in mezzo al palco 2 ore prima e che ora necessitava di nuovo di aiuto. Il pubblico era già tutto in piedi, che applaudiva e incitava il suo nome. Sapevano benissimo che non avrebbe mai dato un bis, ma questo non importava ai spettatori esultanti, semplicemente continuavano ad applaudirlo. Non sarebbero più andati via. Persino quando il sipario calò e le luci vennero spente sul palcoscenico, per accendersi in platea. Gli spettatori erano ancora là, come durante la prima interminabile nota.

Alcuni giorni dopo il concerto Casals venne intervistato, l’intervestatrice ritornò su quel concerto e gli chiese: “Ho sentito che quando stava andando sul palco, sembrava che non stesse bene. Stava male ?”
Casals rispose: “No, stavo piuttosto bene”.
L’intervistatrice rispose: “Allora cosa è successo ? Come può essere che le persone dicessero questo di Lei ?”

“Non lo so” rispose Pablo Casals. “Quando sei anziano quanto lo sono io, hai soltanto tanta energia così”.

Egli guardò la bella intervistatrice negli occhi e disse: “Così ho deciso, perchè dovrei sprecare energia su qualcosa che non amo ? Io risparmio me stesso per il violoncello”.

L’intervistatrice non seppe cosa rispondere e ammutolì.

 E TU, SAI SU COSA VUOI FOCALIZZARTI ?

Abbiamo già parlato in passato del fatto che dietro alla scusa del “non ho tempo“, si cela in realtà il fatto che alle cose per cui dici di non avere tempo, in realtà hai deciso di NON dare una priorità alta (anche per mangiare a volte non hai tempo, ma dubito che tu salti regolarmente il pasto 2 volte di seguito).

Poi in un altro articolo abbiamo parlato anche del fatto che la risorsa più importante che hai non è il tempo (di quello anche Casals ne aveva in abbondanza), ma  bensì lo è la tua energia (anche se non hai ancora 90 anni).

DECIDI

Quanto ci tieni ai tuoi obiettivi ?
Se è una cosa veramente importante, allora sii radicalmente onesto con te stesso e, come ha fatto Pablo Casals, decidi oggi a cosa (e a chi) vale la pena che tu dedichi il tuo tempo e la tua energia. Se sei incerto su quali obiettivi scegliere, ti consiglio di applicare il Principio di Pareto e in caso di dilemma puoi sempre utilizzare questa strategia controintuitiva.

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Ti va di condividere nei commenti a cosa hai deciso di dedicare la tua attenzione, tempo ed energia per riuscire ad essere veramente efficace ?

P.S: il racconto del concerto di Pablo Casals è tratto dal libro “The State of Perfection” di Joseph Riggio ed è stato da me liberamente tradotto in italiano.

2 Commenti

  1. Buon giorno Alex,
    grazie ancora per la tua caparbietà e costanza.
    Condivido il focalizzarsi su alcuni obiettivi e “lasciare” tutto il resto in secondo piano. Quest’anno mi sono focalizzato in un corso d’inglese, percorso spirituale e in un percorso per la relazione di coppia. Ti confido che mettere da parte il “resto” è difficile.
    Ultimamente ho visto il film “il discorso del re”, nel quale evidenziano la forza di volontà del Re nel cambiare se stesso, il talento di un cittadino senza nessun studio nel capire le potenzialità e quale strada prendere per aiutare a far uscire le qualità delle persone.
    Grazie ancora e buona giornata
    Luca

  2. Sì, dire di no a s’è stessi (per alcuni obiettivi di troppo) o a qualcun altro è dannatamente difficile: a volte ci si mette di mezzo l’ego, altre volte alcune nostre paure (come per esempio quella del rifiuto o dell’abbandono). Ego e paure sono forze molte potenti che governano le nostre decisioni.

    Grazie Luca per aver condiviso la tua esperienza.

Commenti

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