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Ecco come è andato l’Experiential Training Barcamp 2016

Experiential Training Barcamp 2016

Anche quest’anno condivido la mia personalissima esperienza dell’Experiential Training Barcamp 2016, tenutosi alla Comunità San Francesco a Monselice (PD).

Che cosa è un Barcamp e cosa è la formazione esperienziale ?

Un Barcamp è una non-conferenza ove il contenuto delle sessioni è influenzato e creato dai partecipanti stessi.

La formazione esperienziale si distingue dalla formazione d’aula (quella frontale, dove il formatore racconta tutta una serie di teorie ai partecipanti) per la sua forte componente esperienziale (i partecipanti devono fare qualcosa attivamente) ed essa può avvenire sia al chiuso, che all’aperto.

Ciò che fa la differenza in questo tipo di formazione è che non ascolti e prendi per buone le parole che ti ha detto qualcun altro, ma il fatto che fai un esperienza in prima persona e ti porti a casa la riflessione su ciò che hai sperimentato.

 

Quali sono state le novità del Barcamp sulla formazione esperienziale 2016 ?

2 sono state le differenze organizzative rispetto alla scorsa edizione:

  1. Il tabellone con l’agenda delle attività è stato creato online PRIMA dell’evento in autonomia da chiunque volesse proporre un proprio workshop. L’anno scorso il tabellone è stato composto subito dopo il saluto nella riunione plenaria, creando un pò di bagarre, ma io l’avevo trovato comunque un’esperienza interessante. Tuttavia il vantaggio di poter consultare in anticipo e senza ressa il tabellone è stato utile per poter analizzare e scegliere in modo più oculato quale attività seguire. Sì perchè il grosso dilemma (almeno per me) è stato: massimizzo il numero di workshops a cui partecipo o il numero di workshops che io conduco ?
    Non è stata una scelta facile, perchè l’esperienza che raccogli dando dei workshops e ripetendoli più volte in brevissimo tempo (io ne ho dati 4 in una giornata e mezza) è senza prezzo, perchè ti permette di ottenere dei rapidissimi cicli di azione – feedback – azione correttiva – nuovo feedback etc.
  2. Quest’anno NON ci si iscriveva ai vari workshops, semplicemente si sceglieva a quale workshop partecipare e ci si presentava. Visto che una delle caratteristiche fondamentali del buon facilitatore esperienziale è la flessibilità, stava al facilitatore che organizzava il workshop a gestire la situazione, qualora si fossero presentate più persone di quante avesse previsto.

 

Alla fine anche quest’anno ho deciso di dare 4 workshops e di parteciparne a 3.

 

Il mio workshop sul CIRCLING

Il mio workshop era incentrato sullo sperimentare come si possono creare velocemente delle relazioni autentiche e profonde mediante il Circling.

Non entro nel dettaglio di cosa sia il Circling e cosa abbiamo fatto (perchè è difficile da spiegare, bisogna sperimentarlo), ma introduco soltanto che si tratta di cogliere con atteggiamento di curiosità (a qualcuno sarà rimasta impressa la frase “Noto che _____ ” 😉 ) cosa è presente per te nella realtà condivisa con la persona (o le persone) che sono presenti davanti a te.
(ve l’avevo detto che non è facile spiegarlo a parole 😀 )

Aspiranti jedi, si allenano con la "mano velenosa" :-)
Aspiranti jedi, si allenano con la “mano velenosa” 🙂

 

Noto che…

 

Sentendo questo, noto che…

 

cerchio a 3

Sono molto contento del fatto che diverse persone abbiano avuto un’esperienza in cui si sono portati a casa qualcosa. Cito 2 che mi sono rimasti impressi nella memoria:

  • una persona si è resa conto che aveva paura di fare “un salto”
  • un’altra persona pensava di indossare una maschera e che gli altri non vedessero oltre ad essa

Lascio a disposizione lo spazio dei commenti sotto a questo articolo, per chi volesse condividere la propria esperienza al mio workshop.

Per quanto riguarda me stesso, io mi sono portato a casa:

  • la soddisfazione (c’è margine di miglioramento 🙂 ma sono soddisfatto) di essere riuscito a guidare i vari cerchi in modo “presente“: non è facile guidare i cerchi dall’esterno e poi unirti ad un cerchio ed essere completamente presente a ciò che sta succedendo e poi di nuovo renderti conto di come stanno andando gli altri cerchi.
  • la conferma che faccio ancora fatica a ricevere. Un lettore di questo blog, con cui ho fatto un esercizio in coppia, ha condiviso con me il fatto che mi segue da tempo e come questo gli sia stato d’aiuto. Io ho notato delle sensazioni di piacere (dei brividi) nel mio corpo, ma ho anche notato che la mia testa non ha memorizzato il contenuto del suo messaggio (tanto che adesso non sono in grado di dire cosa mi avesse detto in dettaglio), come se non volesse accettare il messaggio. Non mi do ancora del tutto il permesso di ricevere. Comunque GRAZIE Zobi (credo sia questo il tuo nome).
  • l’aver notato che il mio corpo si è aperto (come se delle tensioni si fossero istantaneamente sciolte) nel momento in cui Ana Paula ha detto “Io ho bisogno di ….. “. Ho realizzato che faccio ancora fatica ad esternare ciò di cui ho bisogno
  • la gioia per il fatto che che diversi ragazzi della Comunità S.Francesco abbiano partecipato al Circling. Io voglio contribuire a rendere questo mondo un posto migliore e se questi ragazzi si sono portati a casa anche soltanto un piccolissimo semino, io sono felice 🙂

 

Passiamo ora ai 3 workshops a cui ho preso parte come partecipante.

Il viaggio sciamanico e la forza di Iansà, signora della libertà

Già l’anno scorso avevo partecipato ad un viaggio sciamanico guidato da Sara Gambelli ed io avevo deciso a priori che, se ne avesse organizzato un altro quest’anno, io l’avrei fatto.

Quest’anno in questo percorso di biotransenergetica abbiamo invocato la forza di Iansà, signora del vento e delle tempeste e mi è piaciuto tantissimo. Questo viaggi si è svolto seduti, in movimento in piedi ed infine distesi per terra.

Viaggio-Iansa

Ciò che mi sono portato a casa è:

  • l’aver notato che alcune parti del corpo stavano cercando di segnalarmi qualcosa
  • la differenza tra dolore e sofferenza. Il dolore è una parte dell’esperienza della vita, mentre la sofferenza nasce dalla resistenza ad un dolore. Ancora una volta la chiave è essere presenti ed accettare ciò che la vita ci da.
  • L’anno scorso ho avuto la visione durante la notte della testa di un leone con gli occhi infuocati che mi veniva incontro, quest’anno, nella parte in piedi e in movimento del viaggio che abbiamo fatto, ero un aquila (quindi questa volta è stata un’esperienza in prima persona) che sbatteva la ali, volando sopra a delle fiamme.
  • Anche quest’anno quando mi sono disteso a terra ho notato più forte l’interferenza dei pensieri che partivano dalla testa (l’anno scorso ho perso totalmemte il contatto con la voce di Sara, ero finito completamente nella mia testa)
  • Anche quest’anno alla sera, quando mi sono disteso a letto e appena ho chiuso gli occhi, ho sentito il battito del tamburo 🙂
  • Alcuni dei movimenti che abbiamo fatto mi sono piaciuti tantissimo, tanto che la mattina seguente, mentre ero in panico prima di iniziare a dare il mio workshop, ho fatto quei movimenti e mi hanno aiutato a calmarmi 🙂

Grazie Sara !

Insomma con questo viaggio ho notato che per me funziona lavorare con il movimento e le energie arcaiche, tanto che inizialmente pensavo di ripetere il viaggio con Sara anche il giorno successivo, ma il giorno seguente sul tabellone un altro workshop ha attirato la mia attenzione.

 

Potenziare gli intenti con gli elementi naturali

Ho notato infatti uno dei tanti workshops (ognuno con un tema diversa dall’altro) che Massimo Borgatti ha portato a questo Barcamp. In particolare questo aveva come tema una tecnica di energizzazione di un seme (rappresentazione di un nostro obiettivo, un nostro intento) mediante i 4 elementi alchemici primari: acqua, aria, fuoco e terra.

L’esperienza di richiamare in noi questi 4 elementi naturali, per poi mescolarli insieme per poi creare una palla di energia tra le nostre mani è stata per me veramente potente: ho veramente sentito una palla magnetica tra le mie mani, tanto che se provavo avvicinare o allontanare tra loro le mani, venivano riportate nella posizione di partenza. Quando infine ho energizzato il mio seme, mi sono sentito letteralmente spossato e svuotato. Ci ho messo diverso tempo, passato da solo camminando scalzo sul prato ed assorbendo i raggi del sole, per riprendermi.

Una lezione che mi sono portato a casa è che creare costa fatica e che per questo è importante scegliere accuratamente su cosa incanalare le mie energie.

Grazie Massimo !

 

Un corpo comunicante tra natura e cultura

Già l’anno scorso volevo partecipare al workshop di Sandro Cacciatori, ma i workshops interessanti al Barcamp sono sempre tanti e da qualche parte devi tagliare 🙁
Poi l’autunno scorso mia figlia ha iniziato ad andare a cavallo e da subito, da ricercatore del comportamento e dell’interazioni in tutti i sensi, sono rimasto incuriosito dalla relazione uomo-cavallo e quindi quest’anno partecipare al workshop di Sandro con i suoi assistenti silenziosi con 4 zampe e che ti dicono sempre quello che pensano, per me è stato un must.

metti-la-relazione-al-primo-posto
Messaggio potentissimo !       come poteva non colpirmi ? 😉

 

Leadership, Linguaggio del corpo, Love
Le 3 “L” per costruire un relazione con il cavallo: Leadership, Linguaggio del corpo, Love

 

Essere chiuso dentro al recinto, mi ha fatto un certo che...
Essere chiuso dentro al recinto, mi ha fatto un certo che…

 

Come in tanti workshops del Barcamp, visto che il tempo a disposizione è soltanto di 75 minuti, l’esperienza fatta è stata una “pillola”, ciò nonostante mi sono portato a casa una notevole quantità di cose:

  • la consapevolezza che non sempre so chiedere aiuto
  • la consapevolezza che, nonostante io ci metta parecchia attenzione nel modo in cui comunico, non sempre mi assicuro che il messaggio sia arrivato e recepito
  • la consapevolezza che una relazione va costruita passo dopo passo gradualmente e con moooooolta pazienza e che se sbagli qualcosa… devi ripartire dall’inizio. Magari puoi rifare i passi iniziali più velocemente, ma devi comunque ripartire dall’inizio
  • aver sperimentato con Pepito l’escalation dell’intensità della comunicazione per avere una sana relazione
  • l’importanza, mentre comunico, di tenere sempre a mente i bisogni e i valori del mio interlocutore (umano o animale che sia). Questo è un insight grosso per me, perchè do spesso per scontato che le persone attorno a me, siano come me
  • mi ha colpito la profondità della relazione e della fiducia reciproca tra Sandro e Pepito

Grazie Sandro !

 

In conclusione, noto che:

  • ho una gran voglia di lavorare con il mio corpo, con il movimento, con le energie primordiali. Ho voglia di uscire dalla mia testa. Ed è infatti in questo modo che mi sono messo in cammino e sto osando ad essere più me stesso (feedback che mi è stato dato anche da una persona che, come me, ha partecipato alle ultime 3 edizioni del Barcamp e ha notato un cambiamento in me)
  • il mio interesse si sta focalizzando sulle relazioni autentiche in tutte le sue varianti: tra individui in genere (l’era degli smartphones e della connessione dati perenne ci sta disconnettendo tra noi umani), tra persone in una relazione di lungo termine, tra uomini e donne, tra uomini (soprattutto se vogliamo migliorare la qualità delle relazioni tra uomini e donne), tra genitori e figli (anche se non sono presenti al Barcamp, ma anche questo tipo di relazione a me è tanto cara).
  • ho seminato qualcosa di buono: è la prima volta che incontro dal vivo delle persone che mi fermano e mi dicono che sono sulla mia newsletter, che leggono il mio blog e che sono venuti al Barcamp come risposta a ciò che condivido su questo blog. Ti potrà sembrare strano, ma in un certo senso scrivere su questo blog, senza l’interazione faccia a faccia con le persone, è un’esperienza solitaria in cui manca il feedback verbale e non verbale, per capire se e quale sia l’impatto che stai avendo su chi ti segue.

Cosa ti sei portato a casa da questo Barcamp ?

Che cosa hai notato ?  😉

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