Strategie   Vincenti

Ciao Mamma


A fine luglio è morta mia mamma.
Questo evento, oltre a creare un vuoto perchè mia mamma fisicamente non c’è più, è stata l’opportunità per altre cose belle e preziose.

La sera stessa sono stato molto giù, ero dispiaciuto principalmente per 2 cose:

  1. Non esserle stato vicino nel momento del trapasso
  2. Non averle mai detto che la ammiro per quanto coraggio ha avuto a fare alcune scelte, per l’umiltà che ha avuto, per i sacrifici che ha fatto per tirarci sù e che, anche se non condivido tutte le sue scelte, capisco perchè ha fatto queste scelte. Lei voleva darci il meglio possibile.

Non poterla abbracciare e dirle queste cose, mi ha fatto piangere intensamente.
Poi ho preso carta e penna e le ho scritto queste cose in una lettera. Questo mi ha aiutato tantissimo a lasciar andare, perchè sono certo che le mie parole le siano arrivate. Sicuramente in tutta questa vicenda mi ha aiutato la convinzione che la morte rappresenti soltanto la fine della parte fisica del nostro percorso, perchè la nostra parte spirituale, la nostra anima, continua ad esistere e a fare il suo percorso. Anzi è stata proprio questa esperienza a darmi maggiore convinzione, per via di diverse “coincidenze” e sensazioni, che per me non sono frutto del “caso”, ma sono sincronicità.

Mi torna in mente Cathrine Spaak che una quindicina d’anni fa disse nella sua trasmissione Harem. “Abbracciate i vostri genitori e ditegli che gli volete bene”. Ho pensato tante volte a questa esortazione e per fortuna l’avevo fatto con mia mamma, ma le parole di cui sopra, ecco, quelle non gliele avevo mai dette.

Un invito che ti faccio di cuore: vai dai tuoi genitori (uno alla volta, singolarmente) e digli cosa pensi di loro e cosa provi per loro. Essere genitori è un ruolo così difficile, articolato e in continua evoluzione. Si passano così tanti anni insieme attraversando così tante fasi e in alcune di queste – a volte – capita di allontanarsi, di avere delle vedute differenti. Spesso poi negli anni le difficoltà si sciolgono e noi figli diamo per scontato che noi vogliamo bene ai nostri genitori e che loro lo sappiano. Ecco, sentirselo dire e provare un forte sincero abbraccio, è tutta un’altra cosa. Te l’assicuro e può anche migliorare di molto il vostro rapporto, perciò fallo oggi !

La morte di mia Mamma mi ha ricordato di come sia fugace il tempo: oggi ci siamo e non sappiamo se domani abbiamo ancora la possibilità di dire ad una persona cara, che le vuoi bene e che le sei grata. Per questo motivo ora non mi lascio perdere occasione di dire grazie, di abbracciare e di dire quanto voglio bene alle persone a cui tengo. E il funerale di mia Mamma è stata una grande opportunità da questo punto di vista: ho rivisto tante persone che non vedevo da 12 e più anni e mi sono reso conto di quante persone ci hanno aiutato in questi anni, di quanto Amore ci fosse attorno a noi. Ho abbracciato ognuno di loro e gli ho detto grazie per tutto quello che hanno fatto per noi. Vedere tutte queste persone è stato una cosa bella: rendersi conto che c’è così tanto Amore attorno a noi e pensare che, se è così tanto, qualcosa avremo trasmesso anche noi a loro in questi anni.

P.S: usa i commenti qui sotto soltanto se vuoi discutere i concetti che ho esposto o se vuoi condividere la tua esperienza personale. Per eventuali messaggi di cordoglio, ti chiedo di farlo in privato, per esempio qui. GRAZIE

9 Commenti

  1. Vivissime condogllianze hai mai pensato che il principio di casualità è solo un modo della nostra mente per capire il mondo e un principio,e che la psicologia non potrà mai essere asaurita con solo metodi causali.. così da dover per forza accettare il principio di sincronicità: te lo dico perché sto tidiando K. G. Jung e mi fa piacere che tu l’abbia menzionatO, daltronde questo sito rappresenta per me l’eccelenza, come ti ho detto, devo tenere fede alla promessa di trasferirti del denaro come donazione perché non immagini quanto le tue strategie mi abbiano aiutato in questi anni. Complimenti ancora per il Blog, ti stimo moltissimo! Torna a vivere: ADESSO!

    • Torna a vivere: ADESSO!

      @Marcel e per alcuni altri che mi hanno scritto in privato

      L’evento della morte di mia madre – per quanto possa sembrare strano a qualcuno – è per me stato un evento positivo: certamente mi è rimasto un vuoto, ma ho trovato ( o ritrovato ) cose molto importanti, come per esempio la consapevolezza di quanto Amore c’è attorno a noi, la certezza che il nostro spirito continua a vivere dopo la morte, aver rivisto amici e parenti che non vedevo da almeno 15 anni e aver avuto l’opportunità di esprimergli Gratitudine, aver capito meglio chi era veramente mia madre, aver provato emozioni intensissime (qualcuna anche negativa, ma per lo più positive legate a quanto ho appena elencato), aver capito quale è il mio prossimo passo. E confesso che la maggior parte delle emozioni negative provate non si riferivano alla tristezza per la perdita di mia mamma, ma per la paura e l’incertezza di ciò che dovrò affrontare ora.
      Mi fa piacere che vi prendiate cura di me – e non potendo voi vedermi – vi rassicuro che sto bene e non sono affatto chiuso in me stesso per il dolore.

  2. Quello che scrivi è verissimo, l’ho provato in parte anch’io alla morte di mio padre. La nostra cultura ci ha abituati a pensare alla morte come a una nemica da negare e occultare il più possibile, mentre può essere una preziosa occasione per scoprire apetti della realtà che non ci eravamo mai soffermati a considerare.
    Anche se sono ancora molto piccole (5 e 3 anni), ho sempre cercato di applicare questo approccio anche con le mie figlie, per esempio in occasione della morte di un animale domestico, presentandola come una fase naturale della vita di cui è bene essere consapevoli sin dall’inizio, anche per non averne troppa paura.

    • @Paola

      La nostra cultura ci ha abituati a pensare alla morte come a una nemica da negare e occultare il più possibile, mentre può essere una preziosa occasione per scoprire apetti della realtà che non ci eravamo mai soffermati a considerare.

      E’ assolutamente vero: è principalmente una questione di cultura. Magari in un altro articolo parlerò proprio di questo, infatti esistono culture in cui la morte e il funerale è una festa.

      C’è sempre anche un modo diverso di vedere le cose.

  3. Sono profondamente convinta che nulla accada per caso e che le sincronicità di cui parli siano espressione del tempismo perfetto dell’Universo.
    Da ogni singolo evento, anche quello piu’ doloroso per noi, deriva un importante insegnamento per la nostra evoluzione spirituale. Le sfide che incontriamo sul nostro percorso continueranno a ripresentarsi finché non avremo capito la lezione implicita.
    Con affetto, condoglianze.
    Cristina

  4. adesso mi prenderete per un mostro,ma purtroppo,e dico purtroppo,io non riesco a sentire nessun tipo di affetto per i genitori…cioè mi comporto con educazione,ci parlo,ecc..ma dal lato affettivo non sento proprio niente,mi spiace..
    al contario, ho un profondo trasporto per altre persone a me molto care che mi danno calore,sostegno e affetto.
    Ripeto,sarò un mostro e tutto quel che volete,ma purtroppo è così…
    mi scuso ancora
    ciao
    Lory

  5. Non ti conosco e, ovviamente, non conosco i tuoi genitori. Ma sono convinta che il solo fatto di aver avuto figli non comporti, necessariamente, lo sviluppo della capacità di amare. Come tutte le capacitã essa è, in parte, un bagaglio naturale. Ma in parte è anche una dote che va coltivata, insegnata, vissuta, protetta. Ci sono persone alle quali è stata tarpata, sin dai primi giorni, questa capacitã. È un fatto tristissimo. Ma puó accadere che le persone cresciute in ambienti aridi e tarpanti non riescano mai ad esprimere (ed esprimersi) l’Amore. Ti auguro di riuscire ad essere tu un buon genitore per te. E quando questo sarà accaduto, sono certa scoprirai anche il modo, silente e lievissimo, di amare coloro che ti hanno cresciuta.

  6. secondo me è bello dire quello che hai detto ai propri genitori…ma nel momento in cui mancheranno la situazione non cambierà e avremo sempre questa sensazione di non aver fatto abbastanza….fa parte dell’essere umano ricercare quello che non si ha…

    • ma nel momento in cui mancheranno la situazione non cambierà e avremo sempre questa sensazione di non aver fatto abbastanza….

      Sì, è vero Alex, ma il dire ai propri genitori: “ti voglio bene, so che fai e hai fatto il meglio che hai potuto” trasforma completamente il rapporto genitore-figlio. Ora che sono anche padre, mi rendo conto di quanto difficile sia questo ruolo e di quanto liberatorio sia e quanta soddisfazione possa essere, sentirsi dire queste parole.
      Quindi per il genitore può fare la differenza sentirselo dire da un figlio adulto.

Commenti

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